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Channel: Commenti a: Sui modelli unici (Atto III): dove si narra di ruoli unici e di contratti unici
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Di: Giuseppe De Nicolao

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In risposta a Giorgio Pastore.

Non so se avremo a breve delle inversioni a U, ma è chiaro che le risorse sono il punto chiave su cui premere. Avevamo già uno dei sistemi universitari meno finanziati dell’OCSE e, nonostante ciò, dal 2008 si è percorsa con decisione la rotta di un downsizing sostanziale (-20% se non di più). Per l’Italia, già ultima per percentuale di laureati, qualcuno (consapevolmente o meno) ha scelto una vocazione da nazione di serie B (o peggio), inevitabilmente associata a una cristallizzazione della stratificazione sociale (lo smantellamento del diritto allo studio perseguito più che pervicacemente) e a un aumento della disuguaglianza. Se questa deriva venisse fermata restituendo le risorse sottratte, avere nuovamente una figura di ricercatore a tempo indeterminato (o una terza fascia docente) potrebbe essere una soluzione ragionevole per ridurre la precarietà. La questione dei “ruoli ghetto” deriva invece dalla “geometria” degli organigrammi. Se prevale la piramide (pochi ai vertici e molti alla base) avremo senza dubbio i ghetti. Una ragione per cercare di mantenere una configurazione non troppo lontana dal “cilindro” che, come ho mostrato altrove era la concezione originale della 382/80:
https://www.roars.it/una-lezione-di-aritmetica-e-altro-per-ernesto-galli-della-loggia/


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