In risposta a Giorgio Pastore.
Purtroppo la situazione generale e’ rapidamente evoluta in peggio. Se anche domani si sbloccassero significative risorse (temo che sia un periodo ipottico dell’ irrealta’) per un certo numero di anni sarebbero monopolizzate per ripristinare livelli di *docenza* sostenibile, a scapito di qualsiasi idea di carriere maggiormente orientate alla ricerca.
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Questo indipendentemente da altre considerazioni. Io personalmente vedo male nell’ universita’ ruoli a tempo indeterminato di sola ricerca: sarebbe un doppione inutile degli Enti pubblici di ricerca continuando a perpetuare la confusione tra ruolo di questi e dell’ Universita’. Proprio l’ ultima cosa di cui abbiamo bisogno in una situazione di risorse scarse.
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Comunque mi e’ chiaro che stiamo discutendo del ripieno delle brioches in un mondo in cui e’ scomparso il pane… Sarebbe importante portare questo all’ attenzione della politica. Quando leggo sui giornali di questi giorni la “sorpresa” per gli indicatori di sottosviluppo del meridione e faccio 2+2 con la politica di smantellamento delle universita’ del sud, non posso non pensare che stiamo assistendo al preview di quel che ci aspetta a livello nazionale nei prossimi anni. Anni di coabitazione con gli scienziati dell’ ICTP e di conoscenza dei problemi degli scienziati nei paesi in via di sviluppo mi fanno vedere abbastanza chiaramente i segnali di allarme rosso.